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visita guidata alla casa don Luigi Monza |


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25/04/2006
In occasione della beatificazione del concittadino Don Luigi Monza la Pro Loco dalle 15 alle 18 organizzerà le visite guidate alla casa di don Luigi in via Solferino 1898: l’ANNO DI NASCITA DI DON LUIGI MONZA
ACCADEVA IN ITALIA
SITUAZIONE POLITICA:
Nel contesto europeo di fine ‘800 l’Italia occupa un posto di secondo piano rispetto alle altre monarchie che si erano arricchite e diventate più potenti grazie al progresso industriale.
Da noi invece regnava l’arretratezza, la miseria e l’analfabetismo.
Nella nostra giovane nazione non mancavano bagliori di modernità come il primo campionato di calcio disputato a Torino nel 1898; bagliori che non rischiaravano però l’immensa oscurità di arretratezza medioevale in cui viveva la quasi totalità delle persone.
Sempre nel 1898 scoppia la guerra fra Stati Uniti e Spagna, guerra che si svolge lontana ma i cui effetti si fanno sentire anche da noi e provocano un forte rincaro del prezzo del pane.
Il governo non provvede a contenere i rincari e in tutta la penisola si moltiplicano le manifestazioni di protesta contro il caro vita, che sfociano in tumulti e scontri con la forza pubblica.
Gli scioperi e le agitazioni saranno repressi con la forza e a Milano, su ordine del re Umberto I°, il generale Bava Beccaris spara sulla folla facendo un centinaio di morti.
Della questione sociale se ne occupa invece, la Chiesa, nella persona del pontefice Leone XIII° che si sforza di trovare una soluzione ai bisogni economici della popolazione; idee e progetti che poi confluiranno nell’enciclica Rerum Novarum.
SITUAZIONE ECONOMICA:
A metà del ‘700, con l’invenzione della macchina a vapore, cambiò il modo di produrre le merci e l’organizzazione del lavoro; che portò all’inizio dell’800 un continuo susseguirsi di innovazioni tecnologiche . In Italia lo sviluppo dell’industria è legato alla manifattura della seta che, grazie ala suo commercio con l’estero, permetterà di trasformare i suoi profitti in capitali per lo sviluppare lanifici, cotonifici, industrie siderurgiche e meccaniche.
Ma oltre 1100 città e paesi italiani erano ancora ad economia rurale e i contadini lavoravano nei latifondi della nobiltà locale.
L’unico cambiamento che si ebbe nel campo agricolo fu la sostituzione del tradizionale contratto di mezzadria con quello di fitto misto con grano, che consisteva nel fatto che il contadino era tenuto a versare al proprietario una quantità fissa di cereali indipendentemente dai risultati generali del raccolto.
Così l’unica fonte di guadagno per i contadini divenne la coltivazione del gelso e del baco da seta .
Appare così evidente che la coltivazione della terra non può più essere considerata
ACCADEVA A CISLAGO
Nel 1898 Cislago contava 2725 anime, da poco si erano spenti gli echi delle ricorrenti epidemie di colera che tra il 1835 e il 1837 avevano mietuto 228 vittime, compreso il parroco e il coadiutore.
Queste epidemie erano aiutate nel diffondersi dalla miseria in cui vivevano gli abitanti che veniva anche peggiorata dalle molte carestie causate dalle siccità nei mesi estivi, dalla morte dei bachi da seta per malattie infettive e senza contare i danni derivanti dai frequenti incendi che distruggevano tutto il raccolto messo nel granaio, le stalle e le abitazioni.
Le case, le botteghe, i laboratori artigiani, tutto era intorno al castello, segno del potere economico della famiglia Castelbarco che possedeva la quasi totalità delle case dei campi e dei boschi.
L’unico segno del progresso industriale presente in Cislago era il piccolo incannatoio che era sorto nei locali dei Castelbarco a ridosso del castello; a differenza delle grandi aziende tessili sorte in Valle Olona e a Gerenzano.
Cislago era già collegata a Milano tramite la linea ferroviaria delle ferrovie nord; anche se la bicicletta era il mezzo più utilizzato per chi si recava fuori paese per lavorare.
Le botteghe artigiane erano in maggior parte laboratori di calzoleria e molti ciabattini di Cislago lavoravano per clienti di Milano.
In campagna si coltivavano soprattutto frumento,granoturco e patate che erano l’unico sostentamento dei contadini, avena, biada e fieno per gli animali che tutti possedevano nella stalla e si coltivava il gelso per la bachicoltura; attività che per 40 giorni occupava tutta la famiglia.
VITA DI DON LUIGI MONZA:
Nasce a Cislago il 22 Giugno 1898 da Luigia e Pietro, sesto di sette figli di cui i
primi 3 scomparsi prematuramente.
A poche ore dalla nascita, per il suo stato di salute, viene subito battezzato e dato che le sue condizioni non migliorano il 23 Luglio 1899 viene cresimato dal cardinale Ferrari.
Con gli anni don Luigi si irrobustì e crebbe sano.
Entrambi i genitori erano iscritti alla Confraternita del SS: Sacramento ed educarono i figli alla pratica giornaliera della messa.
La madre di Luigi era una donna di grande coraggio e con una fede temprata dalle alterne vicissitudini della vita, si occupava della casa, dei figli e aiutava il marito nel lavoro nei campi.
Terminata l’istruzione elementare con la terza classe , Luigi oltre ad aiutare il padre va a lavorare in un incannatoio di Cislago.
Successivamente , seguendo l’esempio del fratello, imparerà il mestiere di ciabattino.
Con notevoli sacrifici riuscì a frequentare la scuola serale del paese sorta per aiutare i giovani lavoratori.
Nel mese di Maggio del 1913 il padre Giuseppe , mentre raccoglieva le foglie di gelso per i bachi da seta, cadde da un albero e rimase paralizzato.
Provata e in pessime condizioni economiche la famiglia Monza cercava come sbarcare il lunario e la partenza di Luigi per il seminario avrebbe lasciato sola la madre con un figlio piccolo e il marito invalido da accudire.
Nel settembre 1913 il parroco don Vismara lo inviò all’istituto missionario di Penango Monferrato.
Ma nel 1916 le condizioni del padre peggiorarono, il fratello maggiore era stato chiamato a combattere sul fronte orientale e la sorella era entrata in convento e così rimase ad aiutare la madre, studiando la sera aiutato dai sacerdoti di Cislago.
Riprese gli studi al collegio Villoresi di Monza ma per poco perché furono interrotti dalla morte del padre, dello zio e dalla chiamata alle armi.
Terminata la guerra riprese gli studi e nel 1925 venne ordinato sacerdote dal cardinale Tosi.
La sua prima destinazione fu Vedano Olona, qui nel 1926 con l’accusa di sabotaggio verso il regime fascista viene arrestato e imprigionato a Varese per 4 mesi.
Don Luigi venne trasferito a Saronno al santuario della Madonna dei Miracoli.
Qui partì l’ispirazione che portò al concepimento della sua opera: La Nostra Famiglia.
Nel 1937 a don Luigi è assegnata la parrocchia di S.Giovanni alla castagna di Lecco.
Nel 1946 si concretizza l’idea di don Luigi, infatti a Vedano Olona viene aperto il primo centro medico pedagogico de La Nostra Famiglia.
La Nostra Famiglia si propose al panorama medico-pedagogico del tempo con una finalità riabilitativa e nel 1949 inaugurò la seconda casa a Ponte Lambro .
Nel 1949 venne riconosciuto dalla Sacra Congregazione l’istituto secolare delle Piccole Apostole della Carità .
Dopo lunga malattia il 29 settembre 1954 don Luigi muore .
Oggi La Nostra Famiglia ha una trentina di centri specializzati nella riabilitazione e nella scolarizzazione di minori con difficoltà fisiche e pscicologiche sia in Italia che all’estero.
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